ROCKLAB
- "Before my eyes" Review-
Written by: Samuele Boschelli, RockLab- Maggio 2007.
Dopo aver
incendiato i palchi di mezza Europa a suon di progressive, psichedelia e hard
rock con i suoi Wicked Minds (il tutto ben testimoniato sul bel live di recente
pubblicazione di cui avremo cura di parlare), il vocalist J.C. Cinel tenta una
strada artistica del tutto diversa. “Before My Eyes”, questo il titolo del suo
disco solista, ci presenta un artista duttile e poliedrico alle prese con 12
canzoni dal gusto evidentemente rock country blues sponda americana, che
spingono il nostro verso la riscoperta delle radici della musica rock, nonché
della sua personale estrazione artistica.
Chitarre acustiche, armoniche a bocca, idee semplici e dirette, linee vocali che
ricordano talvolta i leggendari Eagles per alcune peculiari armonizzazioni
vocali, talvolta altri grandi della tradizione statunitense, questi gli
ingredienti che J.C. decide di mettere insieme in questo suo piccolo gioiello
personale. Perché di gioiello si tratta signori, nonostante l’iniziale
perplessità circa il trovarsi di fronte un artista abituato a ben altri ambiti
per poter esprimere al meglio le proprie indubbie capacità. Tuttavia, se
ascoltata bene, la voce di J.C. nasconde da sempre il tipico timbro dei grandi
raccontastorie. Pertanto necessiterete solo di pochi istanti prima che il disco
vi conquisti totalmente con la sua positiva solarità, col suo essere così
piacevolmente semplice e mancante di quasi tutte quelle complessità che il
nostro è solito esplorare con gli Wicked Minds. Non manca però la freschezza, il
vero trademark di questo artista, il quale non esita a trasferirla nei
ritornelli della splendida title track o nelle alcoliche slide guitars e
successivi riffs di “What I see”, nelle splendide pennellate di percussioni e
chitarre country blues di “Dear Old Friend”.
Va da sé dunque che JC nel suo “Before My Eyes” si sia calato alla perfezione
nell’ estemporaneo ruolo di poeta country rock, arrivando addirittura a
sorprendere l’ascoltatore per lo splendido lavoro di arrangiamento, da lui
stesso curato, che veicola questo disco a reali livelli d’eccellenza.
Concedetevi dunque questa parentesi rock blues da parte di un vero rocker di
razza.