ITALIA DI METALLO – “The light of a new sun” Review -
Written by : Luca Politanò
Non so perché ma quando mi trovo a recensire un cd dai suoni vintage rock miscelati a suoni acustici di stampo country, mi viene in mente il calore del caminetto, un divano, gli stivali da cowboy e un buon bicchiere di Jack. Non mi chiedete il motivo ma è questa l’immagine che ho in testa mentre ascolto il cd solista dell’axeman della Jimi Barbiani Band. Un album che si lascia sorseggiare come il buon whiskey di cui parlavo pocanzi. Se vogliamo farci un’idea prima dell’ascolto, pensiamo agli Usa (ovvio!!!), più precisamente ai Black Crowes (e al Southern Rock in generale), alla Country Music ed al Rock’n Roll. Ho già avuto modo di ascoltare J.C. nel lavoro della JBB “Back on the Tracks”, e devo dire che è un chitarrista dotato di un ottimo gusto musicale, uno di quelli che incarna in pieno il feeling di una musica distante da noi per tradizione, miracoli della globalizzazione. Le sue non sono delle mere scorribande chitarristiche, piuttosto una scelta di colori e di gustosi licks pentatonici, supportati dalla sua voce calda e piacevole e da un numero consistente di ottimi musicisti, fra i quali spicca Johnny Neel (The Allman Brothers, Warren Heynes, John Mayall…fra gli altri!) all’hammond ed al piano. I pezzi sono molto belli e di facile presa, trascinanti e ben interpretati. La prima traccia (“Think of Myself”) è in pieno stile Crowes, con il suo bell’arpeggio di chitarra, la intro di armonica ed un inciso molto accattivante. Al minuto 3.33 fan capolino gli Skynyrd e anche nel solo Cinel strizza l’occhio alla southern rock band americana. “Wheels of Time” comincia con un efficace quanto semplice tema di chitarra, per sfociare in un mid tempo con accompagnamento di acustica. Un brano scorrevole e molto piacevole. La chitarra si “limita” a degli stacchi in pieno stile sudista, piuttosto che creare un vero e proprio solo. Qui il nostro vuol sfogare il suo impulso da compositore/cantante più che da chitarrista e va benissimo così. Ancora il sound tipico della band dei fratelli Robinson pervade “Living on a Highway”, un pezzo per palati fini con tanto di ritmica di chitarra col wha e classico ritornello di ampio respiro. La title track è una ballata molto bella ed ispirata che a volte mi fa pensare ai Beatles(!). Le chitarre sono come al solito ben amalgamate, il nostro si serve di un sound crudo (vintage come dicevamo) ma bellissimo e sulle elettriche è frequente l’uso del tremolo (effetto a pedale da chitarristi n.d.). Pochi effetti, dunque, per tessere delle trame sonore di livello altissimo (il reverse delay è qualcosa di eccezionale). Il solo ed il suo suono sono sublimi . “Sweet and Wild” ha un andamento più bluesy del solito, con frequenti cambi di tempo, il solito cantato gustoso e l’armonica e la chitarra acustica che si ritagliano lo spazio per dei piccoli preziosismi. Non c’è molto da scrivere…quanto da ascoltare!!! Il country e la chitarra slide sono protagonisti assoluti della bella “Islands”, la strizzatina d’occhio oltreoceano è sempre più forte. Un altro pezzo da ascoltare viaggiando con la mente sulle assolate highways americane (assolate???mica tutte…in Nebraska farà freddo?!?!?!). Il pezzo successivo si intitola “Nashville Nights”…mmmm cosa vi fa venire in mente???? non lo sapete??? come no???? Bè…vi dico solo che è un pezzo molto rockenrollegiante…avevate indovinato??? non credo….scherzi a parte anche questo è un pezzo da ascoltare, con la bandiera stelle e strisce di fronte. Ancora easy listening e country music per la traccia numero otto (“California Sunset”),probabilmente non a caso mi vengono un pochino in mente gli Eagles. Anche durante il bel solo acustico e l’intervento di slide. Ed eccoci arrivati a “White Soldier”, terz’ultima traccia del full lenght. Una chitarra semi-funk e un’armonica in bella mostra per aprire un pezzo bello e cadenzato. Molto gustoso il solo! “Fallen Angel” è caratterizzata da un inizio fatto con strumenti acustici (dopo un breve cenno di elettrica più basso e batteria). Un altro pezzo molto carino, con il suo essere a metà strada fra una ballad ed una mid tempo. Infine a chiudere degnamente il cd ci pensa “A Place in the Sun”, una ballata acustica di ampio respiro con la voce di J.C. sempre più calda ed evocativa. Ottimo cd per questo chitarrista orgoglio dell’Italia con l’America nel cuore. Per amanti della buona musica e per tutti quelli che amano il rock classico.
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